Purché se ne parli.. anche se l’evento non riguarda la nostra Provincia, segnaliamo che opere di Piero della Francesca, o, comunque, a lui dedicate, sono in mostra, a Forlì, dallo scorso 13 Febbraio, in una raccolta intitolata “Piero Della Francesca: indagine su un mito”, fino al 26 giugno 2016, presso ì musei San Domenico. La galleria espositiva è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi, in collaborazione con l’amministrazione comunale, sotto la direzione generale di Gianfranco Brunelli.
L’esposizione pone a confronto un ristretto, ma significativo, nucleo di opere di Piero con quelle di altri grandi maestri del Rinascimento, quali, Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi, Francesco Laurana, analizzando poi l’influenza della sua arte su autori della generazione successiva come Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì o Giovanni Bellini.
Piero della Francesca è l’autore di De prospettiva pingendi,opera fondamentale per tutta la pittura rinascimentale, ma anche per quella successiva. Piero della Francesca lavorò in alcuni centri italiani e rappresentò una figura di artista itinerante, che realizzò opere per numerosi ricchi committenti, da Rimini, alla Via Emilia, fino ad arrivare al Duca di Urbino, passando per Sansepolcro e, ovviamente, Arezzo. La sua inclinazione agli spostamenti arricchì, di certo, la sua arte ma, contestualmente, fece anche sì che il suo linguaggio fosse conosciuto, ed assimilato, da tutti gli artisti del tempo. L’attività di Piero della Francesca non si limitò alla realizzazione di opere pittoriche ma si concretizzò anche nello studio teorico della prospettiva, studio codificato in testi scritti, poi letti da tutti i pittori del tempo. Per ragioni sconosciute ed inspiegabili, la sua fama venne condannata all’oblio per alcuni secoli, fenomeno interessante da studiare. Piero della Francesca viene sostanzialmente riscoperto tra la fine dell’ottocento ed il novecento. Nei secoli successivi al Rinascimento il monarca della pittura viene, a poco a poco, dimenticato. Sono gli artisti degli ultimi due secoli che lo riscoprono, alcuni macchiaioli fiorentini ed pittori francesi, che lo studiano, attraverso copie di opere che vengono portate in Francia. Alcuni critici lo considerano un esempio di pittura pura.