b&b Francesco Redi Arezzo a spasso per il Casentino –
E’ un fiume ad indicare il percorso che porta in Casentino, l’Arno, che da Capolona conduce a Stia. In lontananza si scorge, alla destra del fiume, una torre, è ciò che rimane del Castello medievale di Subbiano. Proseguendo verso Nord si giunge a Rassina, Comune di Castel Focognano. Da lontano, a sinistra, immersa nella campagna, si scorge una torre cilindrica. L’indicazione è per: Pieve a Socana. Si può fantasticare sulla storia di questo nome ma solo dopo esser giunti sul posto se ne può comprendere il significato. In una verde e piana campagna, ai piedi di una catena montuosa, il Pratomagno, che separa il Casentino dal Valdarno, nascosta dalla mole della Pieve e del suo campanile, è l’ara etrusca o l’altare sacrificale. Si può immaginare quel tempio e le cerimonie che gli Etruschi, dal VI secolo a.C. in poi, avevano celebrato. Guardando l’opera da ogni lato ci si rende conto che si tratta di un’ara grandissima. Da una piccola grata, in basso, a sinistra dell’abside, si può notare la gradinata di accesso a quello che un tempo doveva esser stato un tempio etrusco. Ecco allora svelato il significato del nome, Socana, in lingua etrusca “luogo sacro”, dedicato alla divinità. Da Pieve a Socana si raggiunge Talla, dove, secondo tradizione, è nato Guido Monaco o Guido d’Arezzo, il riformatore della notazione musicale e dove la comunità ha voluto omaggiarlo con un piccolo Museo della Musica. Continuando a seguire il percorso del fiume fino a Nord, ogni piccolo villaggio ha una sua storia da raccontare, con la sua gente e tradizioni ancora vive, che hanno segnato le tradizioni di questi luoghi. Chitignano era già famoso nell’antichità per la ricchezza delle acque, Rosina e Taena, nomi che evocano un passato etrusco.
Da Chitignano, tornando verso Rassina, si può poi proseguire per Bibbiena, città, anche questa, di origine etrusca, patria di personaggi famosi della storia e dell’arte, il cardinale Bernardo Dovizi, segretario del Papa Mediceo Leone X e la famiglia di scenografi, i Galli-Bibiena, che progettarono molti teatri e fecero conoscere il loro estro fino in Portogallo. Del Borgo Antico colpisce la piazza con la Torre Tarlati e la pieve dei Santi Ippolito e Cassiano, un’antologia di artisti medievali e rinascimentali ne arricchiscono l’interno, e l’Oratorio delle Sacre Stimmate che i fratelli Rusca da Lugano hanno saputo sapientemente decorare, facendone uno dei barocchetti toscani più interessanti. Da qui volgendo lo sguardo verso est si scorge una montagra dalla forma triangolare. Lassù pace e silenzio avevano ispirato San Francesco, proprio lì avvenne il miracolo delle stimmate, nel monte Sacro della Verna. Passando per Chiusi della Verna si arriva al Santuario, Dall’alto dei suoi 1100 metri il paesaggio appare senza orizzonte, in ogni albero, in ogni fiore, in ogni pietra si coglie lo spirito francescano. L’emozione forte si riceve contemplando le opere di Andrea della Robbia, nell’Annunciazione il volto della Vergine esprime quella dolcezza e quel mistero profondo che l’artista ha lasciato nella sua opera. Ritornando a valle e proseguendo ancora verso Nord, passando il torrente Archiano ci si trova ad Ortignano Raggiolo. I castagni sono molto presenti nella vegetazione del luogo tanto che un Museo è stato dedicato proprio a questo prezioso frutto della terra: la castagna. Vecchie foto in bianco e nero e utensili vari raccontano la semplicità della vita di una piccola comunità legata a quel frutto. Il museo fa parte dei tanti Ecomusei del casentino, istituiti per testimoniare antiche tradizioni e conservarne la memoria.
Proseguendo ancora il viaggio verso Nord, appare da lontano un castello imponente, è il Castello dei Conti Guidi di Poppi, testimone di un grande passato, custode di tanti segreti, dame e cavalieri, aretini e fiorentini, guelfi e ghibellini, poeti ed artisti, tutti hanno lasciato un ricordo del loro passaggio. La Chieda della Madonna del Morbo, la via maestra fiancheggiata da portici e l’Abbazia di San Fedele testimoniano un grande passato che il paese ha saputo custodire con cura. Giunti a Pratovecchio i Portici e la Parrocchiale accolgono il visitatore nella piazza centrale dedicata a Paolo Uccello, che qui nacque nel ‘300. Sulla cima di un colle appare il Castello di Romena, costruito dai Conti Guidi intorno all’anno mille, e conosciuto da Dante Alighieri qualche secolo dopo. Avvolto da cipressi e ginestre, la natura sembra proteggerlo da squardi indiscreti. Poco oltre la Pieve romanica di San Pietro a Romena, Si può proseguire verso Stia, sulla destra il torrente Staggia. Stia è un paese famoso per la lavorazione artigianale del ferro battuto. Le vetrine sono colorate dall’arancione e dal verde delle stoffe del Casentino, un tessuto di lana, che gli artigiani del luogo producono da più di cinque secoli ed i Medici ne furono i primi grandi estimatori. Proseguendo ancora si raggiunge il Castello di Porciano, luogo di memorie dantesche, ultimo baluardo dei Conti Guidi, che guarda lontano, verso il suo gemello, il Castello di Romena. La vista è surreale, pochi chilometri dalle sorgenti dell’Arno, ai piedi del Monte Falterona, in alto Casentino, dove già gli Eruschi, molti secoli prima avevano scelto di vivere tra le acque e la fertilità della terra.
Per concludere la visita del Casentino non può mancare camaldoli. Il silenzio avvolge tutto, la Chiesa di Camaldoli è un elegante esempio di barocco toscano. Qui Giorgio Vasari ha voluto omaggiare il luogo dipingendo alcune delle sue più benne tavole. Ma prima di lasciare il Monastero non si può non visitare l’antica Farmacia, fondata nel XV secolo. L’Eremo lo si può raggiungere a piedi, ci sono due sentieri. E dopo Camaldoli Badia Prataglia, nel cuore delle foreste casentinesi, preziosissimo Parco Nazionale, patrimonio naturalistico della vallata.
Castello degli Ubertini – Chitignano –
Santuario di Santa Maria del Sasso – Bibbiena –
Santuario della Verna